Quando l’anno scorso l’associazione Le amiche di Mafalda organizzò una camminata di uomini e donne in ricordo dell’uccisione di Sandra Fillini da parte di suo marito e contro tutti i femminicidi che ogni anno colpiscono tante donne, mai ci si sarebbe immaginate di trovarci poco dopo davanti a un altro femmincidio, quello di Nona Movila, una donna di 42 anni residente a Montecerboli, accaduto nell’ottobre 2016 per mano di suo marito. Due femminicidi in pochi anni. Un triste record per l’Alta Val di Cecina.
Così, questa camminata è diventata un appuntamento annuale dell’associazione che dal 2009 lotta contro la violenza di genere in Alta Val di Cecina. Proprio per ricordare la morte di Nona, quest’anno la camminata partirà da Montecerboli domenica 28 febbraio alle ore 10:00 (punto di ritrovo il parcheggio dell’ufficio postale) per dirigersi verso San Dalmazio e terminare a Pomarance presso la sede dell’associazione. Quindici kilometri da percorrere attraverso le valli imbiondite dal grano, uomini e donne assieme, per uscire fuori dalle nostre case e ampliare lo sguardo, per passare dalla dimensione locale della morte cruenta di una donna, a quella di un fenomeno di portata nazionale, dalle chiacchiere di paese al silenzio del cammino e della fatica condivise.
Inoltre quest’anno la camminata del 28 maggio sarà l’inizio di una Carovana contro la violenza che vede la partecipazione di altre realtà provinciali impegnate nel contrasto alla violenza di genere. Questa carovana infatti, non si fermerà a Pomarance ma continuerà il suo percorso arrivando in altre stazioni di sosta: dopo il 28 maggio arriverà a Pontedera con l’Associazione Eunice per terminare il suo viaggio il 24 giugno a Pisa con il Centro Antiviolenza dell’Associazione Casa della Donna.
Camminare assieme: non c’è espressione più significativa di questa per indicare il senso del lavoro dell’associazione Le amiche di Mafalda contro la violenza di genere: un quotidiano impegno individuale per riconoscere e contrastare le piccole grandi violenze che subiscono le donne, e una lotta collettiva per cominciare quel cambiamento culturale necessario a costruire relazioni sane e nutrienti tra le persone, comprese quelle tra donne e uomini.