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Un anno dalla morte di Sandra Fillini

lutto

L’associazione contro la violenza sulle donne ‘Le amiche di Mafalda’ parla apertamente di femminicidio

CASTELNUOVO VAL DI CECINA — Era il pomeriggio del primo giugno di un anno fa. Una notizia sconvolse l’intera Valdicecina: la dottoressa della Usl 5 Sandra Fillini era stata uccisa a coltellate nella sua abitazione a Castelnuovo Val di Cecina.
In un primo momento il marito Roberto Barbieri confessa a caldo l’omicidio, poi si chiude nel silenzio. Ora è in attesa del processo.
Ad un anno dalla morte di Sandra parla l’associazione “Le amiche di Mafalda” centro antiviolenza che opera in Val di Cecina. “La tragedia ha turbato profondamente la nostra comunità – spiegano – questi sono fatti che non sono nuovi alla cronaca nazionale ed internazionale, ma quando accadono alla porta accanto alla nostra, e coinvolgono persone che conosciamo ed incrociamo quotidianamente nelle strade di paese, hanno una portata emotiva ancora più dirompente”.
“La nostra Associazione – proseguono – ha da subito espresso la sua posizione sull’omicidio di Sandra definendolo un femminicidio , termine non semplice e poco accettato da grande parte delle persone perchè ritenuto troppo ideologico e di parte”. “Le operatrici, le volontarie dei centri antiviolenza, degli sportelli di ascolto per donne maltrattate, si impegnano costantemente affinchè il termine sia utilizzato per identificare, categorizzare e dare un peso sociale alle uccisioni delle donne – aggiungono ma che cosa si intende per femminicidio?”
“E’ l’ uccisione di una donna, da parte di un uomo, che come le cronache nazionali raccontano ininterrottamente, è spesso il marito o l’ex, il compagno o l’ex, il fidanzato o l’ex che non accettano la scelta delle donne di essere sè stesse, e non quello che i loro partner, gli uomini o la società vorrebbero che fossero – illustrano – non esiste scusa, discolpa, analisi circostanziale che possa giustificare un atto del genere”. “Una donna è stata uccisa, non è per un errore o una mancanza di questa che l’omicidio si è verificato, perché non esiste nessuna colpa che possa rendere accettabile una morte cruenta di questo tipo – scrivono ancora Le amiche di Mafalda – E’ necessario, quindi, fare una riflessione critica su questi eventi perchè esiste anche una responsabilità da parte della società di ciò che si poteva fare per prevenire, di come si poteva arginare la violenza estrema dell’uomo e aiutare la donna”.
“Il nostro pensiero oggi va a Sandra – concludono – e a tutte le donne che come lei sono state uccise da un uomini che diceva di amarle”.

L’8 di Marzo delle Amiche di Mafalda

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Forse non tutti sanno che l’8 di Marzo ricorre ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo, compresa l’Italia. Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909, ma negli anni questa ricorrenza ha perduto la sua forte connotazione politica e sociale: così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton avvenuto nel 1908 a New York, (facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911 nella quale morirono 146 lavoratori di cui 123 donne), altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York. In realtà, si tratta del risultato di profonde lotte politiche e sociali, portate avanti per lunghi e difficili tempi, da donne coraggiose in diverse parti del mondo che portarono anche alla risoluzione 3010 del 18 dicembre 1972, con cui l’ONU proclamò il 1975 “Anno Internazionale delle Donne” e propose ad ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”. L’8 marzo, che già veniva festeggiato in alcuni paesi, divenne la data ufficiale di molte nazioni. In Italia, fu l’UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, la prima giornata della donna nelle zone dell’Italia libera, e con la fine della guerra, l’8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, secondo un’idea di Teresa Noce, di Rita Montagnana e di Teresa Mattei.

 

Con questa forte memoria storica, l’Associazione Le amiche di Mafalda, che gestisce un centro antiviolenza per l’Alta Val di Cecina dal 2009 e che si occupa da allora di sostenere iniziative a sostegno dei diritti delle donne, invita la cittadinanza ad essere presente domenica 8 marzo, in Piazza de’Priori, alle 16 e 30 per partecipare a “Lotto di Marzo: insieme contro gli stereotipi”. Si tratta di una sorpresa che vedrà coinvolte l’Associazione culturale CREARTI Time di Cecina, le insegnanti di danza Antonella Gamberucci e Petya Petkovi rispettivamente alla Piscina Comunale ed alla Palestra Piramide di Cecina Petyia, e un nutrito gruppo di studenti del Liceo Carducci di Volterra, con i quali l’associazione collabora per promuovere il loro progetto ‘Vai Oltre’. Tutte queste persone diverse tra loro, si sono messe assieme per celebrare questa memoria e per far conoscere i servizi e le attività dell’associazione a favore di donne che si trovassero coinvolte in situazioni di violenza. Proprio per questo è stato scelto il tema degli stereotipi: per sottolineare come i pregiudizi e i preconcetti relativi alle donne possano ingabbiarle in ruoli e situazioni di infelicità, anche di violenza.

Vai alla pagina dedicata all’Evento sul nostro sito:
http://www.leamichedimafalda.it/?event=il-flash-mob-de-le-amiche-di-mafalda

Vi aspettiamo.

Cinquanta sfumature di……

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Al 65° festival del cinema di Berlino è stato presentato fuori concorso il film “Cinquanta sfumature di grigio”.
Lee Marshall ,giornalista britannico che si occupa di viaggi e cinema,ha scritto un articolo per la versione online dell’ Internazionale e ve ne proponiamo alcuni passi , per riflettere.

“….Per me la scena più scioccante non è una delle tante (ma non tantissime) sequenze di sesso sadomaso raffinato e patinato, …è quella, invece, in cui, la mattina dopo la loro prima notte di amore, Anastasia scende nella cucina di Christian, e gli prepara la colazione. Vestita solo con una camicia da uomo, Anastasia ancheggia in modo sexy mentre sbatte le uova: perfetto simbolo di una donna liberata di oggi. Liberata, per i canoni del film, perché ha scelto lei di preparare le uova per l’uomo di cui si sta innamorando. Perché ha scelto lei di mettersi con lui pur sapendo che è uno a cui piace far male alle donne, sempre entro i limiti convenuti tra le due parti. Perché ha scelto lei, di non aprire mai un libro o accennare un singolo discorso culturale o politico nonostante la sua laurea in letteratura inglese.
… Cinquanta sfumature di grigio è un film tratto da un libro scritto da una donna, adattato per lo schermo da una donna e diretto da una donna, Sam Taylor-Johnson, ma le sue qualità artistiche e le sue firme al femminile non fanno altro che peggiorare le cose. Perché vuol dire che un film che prende il femminismo in volata e lo ributta verso l’età della pietra non verrà visto, da molti, per quello che è. È un film in cui la lotta femminista si riduce al tentativo di far innamorare e poi “rieducare” l’uomo che ti vuole solo legare, frustare e sculacciare, ma non solo, perché Christian Grey non ricorre agli abusi solo all’interno della sua “stanza segreta”. Dopo il primo incontro segue Anastasia a casa, installandosi in un albergo nei paraggi; quando lei commette l’errore di telefonargli da una festa, piomba lì nell’arco di qualche minuto, presumibilmente perché lei non ha disattivato il servizio localizzazione sul suo smartphone e lui, uomo potente, ha i suoi mezzi. Senza chiederle il permesso, fa vendere il suo vecchio Maggiolino e le regala una coupé rossa fiammeggiante. Le regala anche un nuovo computer per sostituire quello rotto – e la prima cosa che appare quando lei lo accende è un suo messaggio. Quando lei, finalmente preoccupata dal suo controllo ossessivo, torna da Seattle a Savannah, in Georgia, a trovare la mamma (a tre fusi orari di distanza), lui spunta dal nulla, appena dopo averle mandato un sms per dire che non doveva ordinare quel secondo cocktail. La sua reazione? L’accenno di un broncio, niente di più.Sappiamo tutti come si chiama questo comportamento. È violenza psicologica che può sconfinare in stalking. Il fatto che Anastasia accetti le avances di Christian non cambia niente: lui non le lascia lo spazio per prendere delle decisioni veramente libere. E lei, tornando sempre da lui, diventa la classica vittima di abusi recidiva. L’idea che una donna può aggiustare un uomo “rotto” con la sola forza dell’amore è una classica illusione, presente in tanti casi di violenza domestica…….In Gran Bretagna, un gruppo che si chiama “50 shades of domestic” stanno organizzando una protesta per l’anteprima del film a Londra. Negli Stati Uniti è stata lanciata una campagna dal nome “ 50 dollar not 50 shade”, per incoraggiare le persone a donare 50 dollari alle associazioni che combattono la violenza domestica invece di spenderli al botteghino. Sono piccole iniziative che probabilmente saranno schiacciate dal rullo compressore del battage mediatico intorno al film, ma sono importanti.”

Questo invece e’ il commento di una nostra socia:

“Non so se l’avete visto questo film, io sono andata, per cultura sociale.Sapevo già la storia, me l’avevano raccontata donne impazzite, “erotizzate” da Mister Grey sapevo quindi che non mi sarebbe piaciuto. Ma è andato oltre, mi ha disgustata.
E’ davvero questo che ancora sognano le donne? Il principe azzurro con tanto denaro che le faccia sentire importanti, e non importa se con qualche vizietto che fa un po’ male, tanto poi l’amore vince sempre! Mamma mia ragazze, quanto lavoro deve essere ancora fatto!”

Non distogliamo lo sguardo: la violenza di genere riguarda tutti

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Il Centro Antiviolenza dell’Alta al di Cecina “Le amiche di Mafalda”, anche quest’anno coglie l’occasione del 25 Novembre, Giornata Internazionale di Lotta alla Violenza di Genere, per lanciare una serie di iniziative volte a sensibilizzare e informare i cittadini e le cittadine su un problema che ci tocca sempre più da vicino: la violenza sulle donne. L’iniziativa dal titolo “NON DISTOGLIAMO LO SGUARDO: LA VIOLENZA SULLE DONNE RIGUARDA TUTTI”, interesserà i territori di Volterra e Pomarance (sede quest’ultima del centro antiviolenza dal 2009) e consisterà in una serie di incontri, dibattiti e spettacoli teatrali centrati sulla violenza sulle donne. L’iniziativa, che ha il patrocinio del Comune di Volterra, è il risultato di una serie di collaborazioni tra enti, associazioni e cittadini, tutti interessati a far conoscere non solo l’importanza del problema anche in questi territori, ma soprattutto la possibilità di dare risposte e di sostenere le persone che si trovino coinvolte in situazioni di violenza, sia grazie alle istituzioni e servizi preposti, che alle associazioni e ai centri antiviolenza sparsi sul territorio toscano, che tanto hanno fatto e fanno per contrastare il fenomeno della violenza. Il primo incontro infatti, avrà proprio questi obiettivi: il 25 Novembre, alle ore 10:00 a Volterra, presso la Sala Melani –Casa Torre Toscano con l’auspicio della Società della Salute, il centro antiviolenza AVC “Le amiche di Mafalda”, il centro maltrattanti “Nuovo Maschile” di Pisa, il Consultorio Giovani e un rappresentante della Polizia, dialogheranno con i cittadini e i responsabili dei servizi socio sanitari sulle risposte alla violenza nel territorio dell’Alta Val di Cecina e sull’importanza di realizzare azioni congiunte di contrasto alla violenza.

Ci sarà anche spazio per il teatro in questa settimana: venerdì 28 Novembre alle 21:00, presso il Teatro di San Pietro a Volterra, il laboratorio teatrale del Rione Gelso, vincitore del Palio di Pomarance 2014, presenterà lo spettacolo “SOTTRAZIONI”, uno spettacolo delicato e sensibile sul problema della violenza sulle donne. Durante la serata, il pubblico avrà anche l’opportunità di dialogare con gli attori per conoscere il percorso che ha portato loro non solo a scegliere un tema così complesso ma anche a realizzare scelte drammaturgiche originali che hanno fatto di questo spettacolo un evento potente di sensibilizzazione. Nel corso della serata sarà presentata anche la mostra “SBIRCIANDO DA QUI” dell’IllustrAutrice e vignettista Stefania Spanò detta Anarkikka che da tempo ha intrapreso un percorso di denuncia sociale e oggi tutti i suoi lavori nascono da questo impegno. I suoi progetti raccontano di diritti negati e sofferenze umane, le sue tavole parlano di realtà quotidiane, ed il suo lavoro diventa così “giornalismo disegnato”. Con le sue vignette, fotografa con ironia il disagio e lo sconforto in cui è il nostro Paese, ponendo l’accento in particolare sulle problematiche femminili. Nei mesi successivi la mostra girerà per diversi luoghi pubblici di Volterra, Pomarance e Castelnuovo VC.

Per concludere la settimana, sabato 29 Novembre alle 18:00, presso il Bar del Teatro a Volterra, Annet Henneman del Teatro di Nascosto di Volterra, assieme ad altre donne mediorientali, accoglierà le persone per un aperitivo al profumo di rosa e dai sapori speziati, durante il quale sentiremo storie di sogni e incubi di donne mediorientali.
Tutti gli eventi sono gratuiti e aperti al pubblico che crediamo sarà numeroso.
Inoltre, il giorno 25 Novembre, presso i supermercati COOP di Pomarance, Castelnuovo VC e Larderello, sarà distribuito materiale informativo sul centro antiviolenza dell’Alta Val di Cecina per diffondere sempre più capillarmente notizie e informazioni sui servizi di supporto a donne vittime di violenza.

“Rispetto a noi”: riparte il progetto di prevenzione della violenza nelle scuole dell’Alta Val di Cecina

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Anche quest’anno riprende l’attività dell’associazione Le amiche di Mafalda, nelle scuole superiori di Volterra con l’obiettivo, sempre più attuale, di far riflettere i ragazzi e le ragazze sul problema della violenza di genere nelle relazioni affettive. L’associazione, fin dai suoi esordi, ha realizzato interventi nelle scuole, privilegiando i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori. Nell’anno scolastico 2011-2012, in collaborazione con l’associazione culturale Officine Papage e con il patrocinio del Comune di Pomarance, ha realizzato un progetto formativo sugli stereotipi di genere presso l’Istituto Tecnico Industriale di Pomarance. Successivamente, ha realizzato per la prima volta nell’anno scolastico 2013-2014 un progetto formativo sui segnali di pericolo nelle relazioni affettive fra adolescenti, rivolto ad alcune classi del Liceo ‘G. Carducci’ di Volterra. Il progetto mirava a facilitare il riconoscimento dei segnali di pericolo di violenza all’interno delle relazioni affettive tra giovani, promuovendo il riconoscimento dei bisogni individuali all’interno di una relazione affettiva tra adolescenti, nell’ottica di costruzione di un rapporto sano. Il progetto ha evidenziato il forte interesse dei ragazzi sul tema della parità di genere e della comunicazione nelle relazioni affettive, oltre che il bisogno di esternare vissuti diretti o indiretti legati a episodi di violenza. Il progetto è stato accolto molto positivamente dagli insegnati degli istituti interessati che hanno collaborato in modo attivo e propositivo nella realizzazione del progetto ed hanno auspicato la prosecuzione di tale tipologia di azione.
Ed è sotto questo auspicio che anche quest’anno, l’associazione lavorerà con classi del liceo psicopedagogico, del liceo artistico e dell’istituto commerciale, per un totale di 120 alunni ed alunne. Inoltre, quest’anno il progetto si arricchisce della componente “Educare alla differenza” che coinvolgerà i bambini e le bambine delle scuole elementari di Pomarance, in collaborazione con l’associazione Officine Papage. L’azione prevede la realizzazione di un laboratorio movimento-espressione rivolto a una classe delle scuole primarie dell’istituto comprensivo di Pomarance, incentrato sul tema della strutturazione dell’identità di genere, sulle differenze di genere e sugli stereotipi con particolare attenzione ai modelli che i bambini apprendono. Oltre a ciò, per garantire continuità al lavoro svolto durante questi laboratori, l’associazione incontrerà anche gli insegnanti delle scuole inferiori e superiori per informare e sensibilizzare sulla violenza di genere.
E non c’è modo migliore di ricordare il 25 Novembre, Giornata Internazionale di Lotta alla Violenza di Genere, se non quello di lavorare perché i ragazzi e le ragazze sappiano riconoscere la violenza all’interno di un rapporto, e imparino a tutelarsi, allontanandosi da relazioni non sane e imparando a chiedere aiuto.

Associazione Le amiche di Mafalda
Centro Antiviolenza Alta Val di Cecina

Yes means Yes – Sì vuol dire sì

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La nuova legge antistupro della California.

Lo Stato della California ha dovuto emanare una legge per arginare la piaga delle violenze sessuali sulle donne nei campus universitari.
E’ definito “drink spiking” l’ uso di aggiungere droghe inodori ed insapori nel bicchiere per rendere la donna vulnerabile e essere più semplice abusare di lei , come è accaduto alla ragazza di Ponteginori , di cui si parlava in un articolo apparso sulla Spalletta della settimana scorsa.
YES MEANS YES che vuol dire “solo se dico si” è il titolo della nuova legge antistupro della California, e in base ad essa il consenso per atti sessuali viene definito come un accordo affermativo ,consapevole e volontario, il silenzio e la mancanza di resistenza non costituiscono consenso
L’ essere sotto l’ effetto dell’ alcool o di stupefacenti,in stato di inconscienza o nel sonno impedice quindi di dare un consenso.
La legge cerca di arginare una cultura sessista che cerca attenuanti per il violentatore e umilia la donna con il sospetto che certi atteggiamenti, la decisione i uscire da sola con uomini o l’ impressione che ci stà siano alla base della violenza sessuale.
Ci chiediamo , quindi se la ragazza di ponteginori ha detto SI.

Smettetela di chiamarlo raptus

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Abbiamo letto gli aggiornamenti de “La spalletta” relativi al caso di femminicidio verificatosi a Castelnuovo Val di Cecina di recente. Purtroppo, come accade di frequente anche nei giornali a grande tiratura nazionale, il linguaggio utilizzato per raccontare casi di questo genere, si rivela inadeguato e ingannatore. Ancora una volta infatti, tra le righe che raccontano una tremenda confessione, emerge la parola raptus per descrivere un gesto che ha portato all’uccisione di una donna da parte di un uomo a lei vicino.

Raptus sta ad indicare un gesto di follia, un’improvvisa, inaspettata e temporanea perdita di lucidità dell’uomo, magari anche “provocata” da un comportamento o una frase della donna. E invece non stiamo parlando di follia, e nemmeno di temporanee perdite di controllo: i casi di femminicidio sono infatti caratterizzati da un crescendo di tensione, da segnali di allarme che portano spesso la donna a chiedere aiuto a conoscenti ed amici, anche alle forze dell’ordine, insomma da condizioni che poco hanno a che vedere con un gesto improvviso di follia. Nella lotta alla violenza sulle donne anche i giornalisti e comunicatori in genere hanno un ruolo fondamentale nel raccontare con le parole giuste e rispettose un dramma come quello di una donna uccisa cruentemente dal suo uomo o da colui che è stato suo compagno per un periodo della sua vita, magari anche il padre dei suoi figli. Le parole sono importanti per far conoscere un fenomeno che non è isolato né lontano da noi, non è il risultato di patologie specifiche o di gesti di follia. Se parliamo di follia, di gesti incontrollati, di malattie mentali, diamo la falsa impressione che non si possa fare nulla per arginare o semplicemente per aiutare una persona coinvolta in situazioni di violenza all’interno delle mura domestiche. E invece molto si può fare: riconoscere la drammatica “normalità” di questi fatti, accettare che si possono verificare anche vicino a noi, sono passi importanti. E su questo, possiamo essere aiutati anche dalle parole che si usano per raccontare queste storie.
Per cui, per favore, smettetela di chiamarlo raptus.

La violenza è vicino a noi, non giriamo lo sguardo

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Abbiamo tutti saputo della tragedia che ha colpito una giovane donna residente a Castelnuovo. I giorni successivi al fatto, non c’era piazza, bar, negozio che non commentasse con sgomento l’accaduto. Si tratta di fatti che non sono nuovi alla cronaca nazionale ed internazionale; certamente, quando accadono alla porta accanto alla nostra, quando coinvolgono persone che incrociamo quotidianamente nelle strade di paese, hanno una portata emotiva ancora più dirompente.
In mezzo a questo mare di parole ed emozioni, sembra importante però tenere il timone per non perdere la rotta. Per fare questo, noi del centro antiviolenza “Le amiche di Mafalda” che opera dal 2009 nell’Alta Val di Cecina, crediamo sia necessario contribuire con poche e chiare parole per dare nome e comprendere meglio, se possibile, quello che è successo.

Innanzitutto, si tratta di “femminicidio”, l’uccisione di una donna da parte di un uomo che, come le cronache nazionali raccontano ininterrottamente, è spesso il (ex)marito, il (ex) compagno, il fidanzato. Non esiste scusa, discolpa, analisi circostanziale che possa giustificare un atto del genere. Una donna è stata uccisa e non è per un errore o una mancanza di questa donna che l’omicidio si è verificato, perché non esiste nessuna colpa che possa rendere accettabile una morte cruenta di questo tipo. Tutte le parole spese su questo, non solo sono inutili, ma mancano profondamente di rispetto verso la vittima di questo reato perpetuandone lo strazio.
Le parole che vanno cercate invece, sono quelle per capire cosa e come fare per impedire che fatti di questo genere si ripetano, generazione dopo generazione, dal nord al sud Italia, senza interruzioni. Sono le parole che dobbiamo trovare per parlare con i ragazzi e le ragazze della violenza sulla donna, a scuola come nelle nostre case; le parole per accogliere una donna coinvolta in situazioni di violenza ed accompagnarla nel suo personale tentativo di uscita e di salvezza; le parole per convincere istituzioni ed autorità a collaborare con le piccole e grandi associazioni che da anni in Toscana tentano di arginare un fenomeno che trova nel femminicidio la sua massima espressione. Infatti, grazie ai dati regionali e provinciali, sappiamo che ci sono tantissime donne di ogni età e classe sociale che quotidianamente vivono vessazioni e umiliazioni tra le mura di casa, senza riuscire a chiedere aiuto. Queste donne non arrivano alla cronaca, ma esistono: proviamo ad accorgerci di loro, a non lasciarle sole con la nostra indifferenza, a non girare lo sguardo. Hanno bisogno anche di noi comuni cittadini e cittadine.

Le scuole di Volterra contro la violenza sulle donne

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La mattina del sabato 14 Dicembre, presso la sede dell’Accademia della Musica “Città di Volterra”, si è svolta la premiazione del concorso RISPETTO A NOI, indetto dall’Associazione Le amiche di Mafalda in collaborazione con Libera Espressione Creativa e Lions di Volterra.

Il concorso, aperto a tutti gli studenti e studentesse cha hanno partecipato al percorso formativo di 4 ore ciascuno gestito dall’associazione di Pomarance che dal 2009 si occupa di violenza sulle donne, prevedeva la possibilità di produrre materiali di informazione e sensibilizzazione sul tema della violenza diretti proprio ad altri giovani. E i ragazzi e le ragazze del liceo scientifico, psicopedagogico e artistico hanno risposto con entusiasmo, creatività e grande sensibilità: sono stati presentati lavori di grafica, video originali, disegni, fotografie, sculture, addirittura è stata composta una canzone che, proprio il giorno della premiazione, è stata eseguita dal vivo dal gruppo “The rock stab” di Cecina composto da alcuni partecipanti al progetto.
Nel corso della manifestazione, gli insegnanti e gli studenti hanno potuto ammirare le opere che sono rimaste esposte presso l’accademia fino al venerdì 20 dicembre. La mattinata è stata organizzata all’insegna della festa per ringraziare tutti i ragazzi e le ragazze: per questo, l’attrice Albalisa Sampieri di Siena ha deliziato l’uditorio con la lettura di brani tratti da “La moglie del mondo”di C.A. Duffy e da “Le beatrici” di S. Benni, dando voce alle donne rese famose dagli uomini, con grande ironia e sarcasmo. Il brano dedicato a Beatrice, annoiata e stufa di essere decantata e goffamente corteggiata da Dante, ha raccolto gli applausi scroscianti ed entusiasti di tutti.
Successivamente, è stato dato spazio alla commissione esaminatrice che, tramite la sua portavoce Margherita Bosio, ha proclamato i vincitori del I premio (300 euro), del II premio (200 euro) e del II premio (100 euro). Il II premio è andato a Zaira Morandi del liceo artistico per una foto in bianco e nero originale ed intensa, il II a Gabriele Ciandri della IV A scientifico per un video delicato ed efficace, e il I a Lucrezia Barsotti, Chiara Salvadori e Ilenia Tesauro, tre studentesse dell’istituto d’arte che hanno creato un oggetto raffigurante una chiave e il simbolo della donna, indossabile a tutte le età.
A tutti gli studenti e le studentesse partecipanti, un grazie sincero da parte dell’associazione Le amiche di Mafalda, che continuerà il lavoro di prevenzione della violenza nelle scuole anche gli anni prossimi.

Scuola e società contro la violenza sulle donne

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Le Amiche di Mafalda nelle scuole superiori di Volterra.

Si è conclusa sabato 23 Novembre, la prima fase del progetto “RISPETTO A NOI” di prevenzione della violenza nelle relazioni affettive tra adolescenti, realizzato dall’Associazione di promozione sociale “Le amiche di Mafalda” con gli studenti e le studentesse di alcune classi del liceo scientifico pedagogico e artistico di Volterra, per un totale di 100 partecipanti.
E non c’è modo migliore di ricordare il 25 Novembre, Giornata Internazionale di Lotta alla Violenza di Genere, se non quello di lavorare perché i ragazzi e le ragazze sappiano riconoscere la violenza all’interno di un rapporto, e imparino a tutelarsi, allontanandosi e chiedendo aiuto. Questo è quello di cui hanno discusso le sei operatrici dell’associazione con gli studenti e le studentesse del liceo nel corso dei due incontri realizzati con ogni classe, dove attraverso giochi, questionari, testimonianze, e discussioni in gruppo, è emerso con forza l’attualità e la a vicinanza del problema della violenza per gli adolescenti. Gli studenti e le studentesse hanno dimostrato un grande interesse, una voglia di conoscere e raccontarsi attraverso le loro esperienze dirette, con entusiasmo, coinvolgimento emotivo e desiderio di cambiare.
Il progetto, finanziato dall’associazione di Pomarance, prevede inoltre la possibilità di partecipare ad un concorso a premi dove ogni studente e studentessa potrà realizzare un elaborato destinato ad altri giovani, in cui si informa e sensibilizza sulla tematica della violenza di genere. Gli elaborati rientreranno nelle categorie iconografica o letteraria, e gli studenti avranno la possibilità di ricevere un supporto tecnico nella loro realizzazione concreta grazie alla partecipazione al progetto dell’associazione Libera Espressione Creativa di Volterra, che offrirà competenze e tempo a tutti i partecipanti al concorso. I lavori saranno valutati da una commissione esterna che deciderà i primi tre classificati la cui premiazione si verificherà nel corso di un evento pubblico a Volterra, il sabato 14 Novembre.
L’associazione, che dal 2009 si occupa di sostenere ed aiutare donne dell’Alta Val di Cecina coinvolte in situazioni di violenza, vuole ringraziare in particolare la Prof.ssa Savelli e la Prof.ssa Chelli che hanno fortemente voluto questo progetto nella scuole e che hanno partecipato in prima persona a tutta la prima fase dello stesso. Un particolare ringraziamento va inoltre a tutti gli studenti e studentesse del liceo che, con generosità e genuino interesse, hanno partecipato a questa prima e delicata fase di progetto: l’augurio è che molti di loro vogliano esprimere le loro idee e la loro creatività partecipando al concorso in atto. Ci vediamo il 14 Novembre!

Associazione Le amiche di Mafalda
Palazzo Ricci – Via Roncalli 14
56045 POMARANCE
Sportello antiviolenza dalle 8:00 alle 20:00 Tel.3894689206