Negli ultimi mesi fatti sanguinosi rimbalzati sulla cronaca nazionale, hanno portato al centro dell’interesse il tema della violenza sulle donne, soprattutto di quella parte della violenza sulle donne che esita in omicidio, e che viene definita comunemente “femminicidio”. Esiste infatti una cospicua parte della violenza, caratterizzata non solo da abusi fisici ma anche da maltrattamenti psicologici e di natura economica, che rimane nascosta.
Gli organi di comunicazione nazionale e locale hanno comunque cominciato a parlarne con maggiore frequenza e, a volte, con un linguaggio più appropriato al complesso fenomeno della violenza. Il fenomeno si è posto anche all’interesse di istituzioni, partiti politici ed organizzazioni internazionali di solidarietà che hanno cominciato ad aprire le loro porte e, in parte, le loro casse, per organizzare incontri e dibattiti sul tema della violenza sulle donne. Le associazioni ed organizzazioni che da anni, in alcuni casi da oltre 20 anni, si occupano nel mondo e nel territorio nazionale di accompagnare le donne vittime di maltrattamento nel loro percorso di uscita dalla violenza, non possono che rallegrarsi di tale interesse pubblico. La sensibilizzazione e una corretta informazione sul tema della violenza sulle donne, fanno parte delle strategie fondamentali per la lotta a questo fenomeno che attraversa la società italiana. Ma da sole non bastano. In questo momento di crisi economica nazionale, le attività che tra le prime subiscono pesanti ridimensionamenti in termini di sostegno economico, sono proprio quelle delle associazioni di volontariato, e, nel caso specifico della violenza, degli sportelli e centri antiviolenza che rimangono tuttora la porta di entrata privilegiata dalle donne maltrattate in cerca di aiuto.
I dibattiti sono importanti, la creazione di un linguaggio appropriato e comune per far capire un fenomeno così complesso come quello della violenza intrafamiliare, vanno bene. Ma dobbiamo fare di più, e lo dobbiamo fare continuando a sostenere quei servizi che, grazie alla Legge Regionale del 6 Novembre 2007, sono stati creati e rinforzati per combattere concretamente il fenomeno della violenza di genere in Toscana.
A livello individuale, personale, quando i singoli vengono a conoscenza che una persona amica o vicina vive un contesto di violenza, di fronte a questa scoperta, si sentono impotenti. Non è vero che le donne maltrattate non vogliono parlare: nella maggior parte dei casi vogliono parlare di ciò che stanno subendo, ma sono reticenti per la paura che il compagno lo venga a sapere, o il timore di non essere credute, o perché credono di essere colpevoli della situazione che stanno vivendo. E’ importante allora fare qualcosa di concreto anche a livello individuale, personale. Innanzitutto si può chiedere direttamente alla donna che cosa sta succedendo, senza giudicarla, senza spingerla verso decisioni che lei non condivide, ma offrendo un supporto concreto, anche per le piccole cose. E soprattutto, è importante far sapere alla donna il numero di telefono del centro antiviolenza più vicino, rassicurandola del fatto che lì sarà ascoltata, troverà informazioni utili e che le sarà garantito l’anonimato. In questi centri, possono trovare supporto anche le persone che vivono vicino a una donna vittima di violenza e che si trovano in difficoltà nell’aiutarle.
In Alta Val di Cecina, esiste un centro ubicato a Pomarance dove la donna può trovare ascolto, informazioni, e appoggio legale e psicologico: Centro di ascolto “Le amiche di Mafalda”, tel.3894689206. In Toscana ce ne sono molti altri nelle principali città, alcuni dei quali attivi da molti anni.
Questi centri vanno sostenuti sia dai singoli individui che dalle istituzioni, anche e soprattutto in questi tempi di restrizioni, e il sostegno può essere finanziario (attraverso donazioni individuali e, da parte delle istituzioni, attraverso supporto logistico ed economico alla realizzazione delle principali attività), e anche informativo, contribuendo personalmente o come istituzione alla diffusione dell’informazioni relative all’esistenza di tali servizi nel territorio.
Nonostante sia presente trasversalmente in tutte le società e culture, la violenza sulle donne non è una parte inevitabile della condizione umana e i fattori che vi contribuiscono, che sono comportamentali, sociali, economici, politici, culturali, possono essere cambiati. Grazie anche al lavoro di questi centri, sappiamo che la violenza può essere prevenuta e il suo impatto ridotto. Sosteniamo i centri antiviolenza.
L’Associazione “Le amiche di Mafalda”, che presta aiuto alle donne coinvolte in episodi di violenza tramite Centro di Ascolto Donna, organizza la manifestazione “E..STATE CON NOI. Corsi per un’estate insieme”. Si tratta di una serie di corsi estivi aperti a tutto il pubblico interessato e volti a rendere l’estate un’occasione di incontro e di crescita personale.
Si comincia con due corsi di disegno tenuti da Daniela Brambilla, laureata in architettura e successivamente al DAMS in critica d’arte, e attualmente insegnante di disegno della figura all’Istituto Europeo di Design di Milano. L’obiettivo di tali corsi non è quello di “fare un bel disegno”, ma di fare del disegno un mezzo molto potente per conoscere e per conoscersi. Per partecipare, non si richiede nessuna abilità di base in quanto ogni percorso è un’esperienza che ha come unica finalità quella di dare spazio alla sensibilità e all’espressione personale.
Si continua con un fine settimana dedicato all’introduzione alle tecniche di rilassamento e di gestione dell’ansia, con le due psicoterapeute di Vicenza, Barbara Schiarante e Edda Pappacena.
I corsi sono gratuiti, si prevede solo una piccola sottoscrizione all’associazione.
Per informazioni e prenotazioni: Tel. 3333816797 – 3286285690
La sede dell’Associazione è presso il Podere Santa Barbara in viale San Piero a Pomarance.
Il Centro di Ascolto Donna è aperto tutti i Giovedì dalle ore 15.00 alle ore 18.00 presso la sede dell’associazione o tramite contatto telefonico al numero 0588 62152.
L’associazione può essere contattata anche tramite posta elettronica all’indirizzo leamichedimafalda@hotmail.it.
“La violenza contro le donne è forse la più vergognosa violazione dei diritti umani. E forse è la più diffusa. Non conosce confini geografici, culturali o di stato sociale. Finché continuerà non potremo pretendere di realizzare un vero progresso verso l’eguaglianza, lo sviluppo e la pace”
Kofi Annan (Segretario Generale Nazioni Unite, 8 Marzo 1999
La violenza sessuale e domestica è un fenomeno esteso e sempre più rilevante. In Italia oltre 6 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni sono vittime di violenza fisica o sessuale. Di queste solo il 7% denuncia la violenza (ISTAT, 2006). In un anno sono 126 le donne uccise in Italia a causa delle violenze perpetrate dagli uomini. Tra questi, 44 sono i mariti, 11 i fidanzati o i conviventi, nove gli ex mariti e gli ex fidanzati, 10 i figli e 14 gli sconosciuti. Ogni tre giorni in Italia una donna muore per le violenze subite da un uomo.
Si può considerare violenza alle donne ogni abuso di potere e controllo che si manifesta attraverso il sopruso fisico, sessuale, psicologico. Donne che vengono insultate, umiliate, sminuite davanti ai figli, minacciate, terrorizzate, controllate in ogni momento, chiuse in casa, obbligate a lasciare il lavoro, a non vedere amici e parenti, costrette con le minacce, il ricatto, la forza fisica, a rapporti sessuali che non desiderano, spintonate, schiaffeggiate, picchiate ripetutamente, con le mani o con degli oggetti, ferite, bruciate, uccise. Tutto ciò si chiama violenza “domestica” e gli aggressori sono mariti, compagni, fidanzati o ex. Nella maggior parte dei casi, tutto ciò è avvolto nel silenzio, vissuto in solitudine. La violenza tende a ripetersi. Con lo stesso meccanismo e la stessa ferocia. In modo definitivo. Arriva da chi è più vicino. Non importa se è per follia o depressione. È una violenza annunciata, che può essere prevista e quindi, a maggior ragione, impedita. Infatti, al contrario di ciò che si pensa, molte violenze non sono provocate da un raptus momentaneo, ma compiute in perfetta lucidità da uomini che hanno già dimostrato segnali di un’allarmante aggressività: imparare a staccarsene non è solo indispensabile, è vitale.
L’unico modo per aiutare le donne che vivono queste situazioni è aiutarle uscire dall’isolamento: si deve rompere il silenzio che uccide. L’Associazione “Le Amiche di Mafalda” vuole essere un punto di ascolto per tutte le donne che subiscono molestie, maltrattamenti, violenze, un luogo dove le donne trovano le informazioni e il supporto necessario per uscire dalla spirale di violenza, per ritrovare la loro autonomia, un maggiore senso di dignità e autostima.
La sede dell’Associazione è presso il Podere Santa Barbara in viale San Piero a Pomarance.
Il Centro di Ascolto Donna è aperto tutti i Giovedì dalle ore 15.00 alle ore 18.00 presso la sede dell’associazione o tramite contatto telefonico al numero 0588 62152. L’associazione può essere contattata anche tramite posta elettronica all’indirizzo leamichedimafalda@hotmail.it.
Affrontare le situazioni di violenza è estremamente complesso, ma uscire dalla violenza si può.
Lunedì 8 Marzo alle 17:00, in occasione della festa della donna, si inaugurerà a Pomarance la sede dell’Associazione “Le amiche di Mafalda”, nata per prestare ascolto ed aiuto alle donne coinvolte in episodi di violenza e maltrattamento.
Nel Podere Santa Barbara, in viale di San Pietro, alla presenza del Sindaco e degli assessori competenti, si taglierà il nastro per dare inizio ad un servizio per le donne della Val di Cecina.
La cittadinanza è invitata a partecipare all’evento.
Si è recentemente costituita a Pomarance l’associazione “Le amiche di Mafalda” che si occupa di offrire aiuto alle donne coinvolte in maltrattamenti e violenza, appoggiandole nella ricerca di una migliore integrazione socio-economica e promuovendo la discussione e riflessione pubblica su questa problematica. Si tratta di un importante e nuovo servizio non solo per il Comune di Pomarance, che fin dall’inizio ha appoggiato l’associazione, ma anche per gli altri comuni appartenenti alla Val di Cecina.
In linea con gli obiettivi di sensibilizzazione dell’associazione, nel mese di Marzo, mese che prevede la festa della donna, l’associazione ha organizzato la proiezione di una serie di film centrati sulle risorse positive delle donne: film che affrontano e mettono in luce storie di riscatto, di forza e di rinascita di diversi personaggi femminili. Le proiezioni saranno seguite da un dibattito sul tema centrale del film: ogni film, infatti, metterà in risalto una delle numerose risorse positive delle donne. In particolare, i film scelti parleranno di ‘cambiamento’, ‘solidarietà’, ‘amicizia’ e ‘coraggio’.
Le proiezioni saranno gratuite e si svolgeranno presso il Teatro de Larderel tutti i venerdì di Marzo alle 21:00.
Il programma dettagliato delle proiezioni prevede:
Il 25 Novembre è la giornata contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 per porre l’attenzione su un fenomeno sottovalutato come quello della violenza intra-familiare e su ogni forma di violenza e discriminazione contro le donne.
Nel mondo una donna su sei è vittima di una forma di violenza domestica, e da una recente indagine del Consiglio Europeo, la violenza è la prima causa di morte e di invalidità permanente per le donne tra i 16 e 44 anni.
Si è da poco costituita a Pomarance l’Associazione “LE AMICHE DI MAFALDA”, che ha l’obiettivo di prestare aiuto alle donne vittime di violenza, favorire l’incontro e la discussione su queste tematiche, fungere da osservatorio della realtà femminile locale, e promuovere la ricerca, il dibattito e la divulgazione di temi che riguardano la specificità femminile. Per questo l’Associazione organizza un primo incontro informale aperto a tutte le donne, il Mercoledì 25 novembre dalle ore 17.00 alle ore 19.00 presso l’ Associazione Mondo Migliore (bottega solidale) a Pomarance.
VI ASPETTIAMO
Le Amiche di Mafalda